giovedì, maggio 25, 2006

Destino beffardo.

Destino beffardo. Anche se sono un profondo sostenitore dello Homo faber fortunae suae, mi è sempre piaciuto credere nel destino: si tratta pur sempre di un'altra entità contro la quale imprecare e lamentarsi ogniqualvolta qualcosa non va come dovrebbe.


Il mio destino è diventato dannatamente ironico nei miei confronti, e sotto sotto proprio per questo gli voglio bene (anche se non lo ammetterei mai apertamente).


Infatti ogni volta (Certo, potrei anche aggiungere che anche ogni volta o quasi che faccio una profezia di sventura che mi riguarda quella si avvera -- ma in questo caso si tratta solamente della mia *eccellente* capacità previsionale, s'intende.) -- ogni volta, dicevo, che faccio richiesta pressante ed insistente per qualcosa/qualcuno, dopo un po' la ottengo. La cosa tremendamente divertente è che io, nella mia ingenuità, non so cosa è meglio chiedere!


Morale della favola, mi ritrovo con un bel po' di desideri che in realtà non rendono felice. La frustrazione sale alle stelle, come si può immaginare. Però è dannatamente divertente.

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